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Guida IWS: Audemars Piguet e il calendario perpetuo

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21 Febbraio 2021
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La storia di Audemars Piguet si lega in maniera indissolubile a quella del calendario perpetuo, una delle complicazioni più affascinanti della storia dell’orologeria.

Tutti conosciamo i nuovi Royal Oak con calendario perpetuo, dove spesso e volentieri Audemars Piguet sfoggia tutta la sua abilità tecnica ed estetica.
Tuttavia il binomio fra calendario perpetuo ed Audemars Piguet nasce ben prima dell’introduzione del Royal Oak.
Il rapporto centenario che la Maison vanta con questa complicazione possiede delle origini ancora tutte da esplorare.

1875 – Le origini.

Sebbene gli orologi con calendario esistano da tempo immemore, uno dei primi venne creato nel 1875 proprio da Jules Louis Audemars, socio fondatore di Audemars Piguet.

Tale segnatempo venne realizzato da J.L. Audemars come conclusione del suo percorso accademico per diventare maestro orologiaio, ben prima della fondazione della Manifattura.

Si tratta di un superbo orologio da taschino in oro rosa 18kt.
Esso oltre a sbalorditive funzionalità, quali la ripetizione dei quarti d’ora e i secondi morti indipendenti, racchiude in sè anche la complicazione del calendario perpetuo.

Nei primi decenni del ‘900, Audemars Piguet crea alcuni modelli da tasca e da polso dotati di calendario perpetuo e calendario completo, ma sprovvisti di indicatore dell’anno bisestile.

Tale indicatore, rinvenibile in tutti i calendari perpetui moderni, costituisce una discriminante fondamentale per differenziare la tipologia di calendario montata da un orologio.

La differenza, però, è un po’ più sottile: scopriamola insieme.

I differenti calendari.

Un orologio dotato di indicatore dell’anno bisestile costituisce sicuramente un calendario perpetuo.

Un orologio che non ha questo indicatore, invece, può essere un calendario completo/annuale o può comunque essere un calendario perpetuo, calcolando l’avanzamento dell’anno bisestile senza “mostrarlo” all’utente.

Facciamo chiarezza e comprendiamo le differenze.

Calendario Completo: è la complicazione più “semplice”.

Negli orologi dotati di calendario completo bisognerà modificare manualmente la data ogni mese più corto di 31 giorni.

Calendario Annuale: è la complicazione “intermedia”.

Negli orologi dotati di calendario annuale viene riconosciuta la durata dei mesi tranne per il febbraio bisestile. Di conseguenza quindi la data andrà modificata manualmente una volta ogni quattro anni.

Calendario Perpetuo: è la complicazione più sofisticata.

Gli orologi con calendario perpetuo riconoscono anche l’anno bisestile e la data andrà cambiata solamente negli anni ufficialmente riconosciuti come bisestili ma non divisibili per 400 e quindi 2100, 2400, eccetera.

Curiosità: i brand hanno trovato il modo di risolvere anche questo problema in maniera diversa ma efficace.

Iwc, per esempio, si dice consegni in concomitanza dell’acquisto di calendari perpetui il disco data da sostituire nel 2101.

Patek Philippe, invece, con il calibro cal.89 ha ideato una camma con quattro punte che compie un quarto di giro ogni 100 anni.
Tale movimento riesce a compensare anche questo “problema”: è uno dei movimenti più lenti dell’orologeria.

1948 – La svolta con la referenza 5516.

Uno dei motivi principali per cui si preferiva non includere l’indicazione dell’anno bisestile in orologi da polso era per una semplice questione di dimensioni.

Gli orologi da taschino offrivano quadranti con dimensioni maggiori, rispetto a quelli da polso.
Per tale motivo si riteneva inutile occupare una grossa porzione del quadrante per un elemento utile solamente una volta ogni quattro anni.

La svolta arriva nel 1948, quando Audemars Piguet iniziò la limitatissima produzione della leggendaria referenza 5516.

I primi tre orologi, prodotti nel 1948 e venduti agli inizi del 1950, incarnavano dei veri e propri dei calendari, sprovvisti dell’indicatore dell’anno bisestile.
Presentavano una cassa rotonda da 36,5mm di diametro con indicazione di giorno della settimana, data, mese e fasi lunari.

1955 – L’introduzione dell’anno bisestile.

Pochi anni dopo, nel 1955, la ref.5516 fu ampliata con la produzione di altri nove esemplari.

Questi presentano un calendario perpetuo con indicazione, finalmente, dell’anno bisestile e diventano i primi orologi da polso al mondo dotati di questo indicatore.

Dei 9 esemplari prodotti, stando agli archivi Audemars Piguet, solo 7 sono conosciuti e solamente uno porta la scritta Tiffany&Co sul quadrante, probabilmente destinato al mercato americano.

All’interno di questa piccola serie si possono trovare due differenze importanti.

I primi tre esemplari, consegnati nel 1959, presentano l’indicazione delle fasi lunari ad ore 12 e quella dell’anno bisestile ad ore 6.

Questo sotto-quadrante, di dimensioni più generose rispetto agli altri, presenta tutti i 48 mesi che compongono il ciclo dei 4 anni.
Il sotto-quadrante ad ore 3, invece, riporta i 12 mesi per una lettura più chiara.

Negli altri sei esemplari, prodotti successivamente e consegnati a partire dal 1969, viene invertita la disposizione del quadrante e presentano fasi lunari ad ore 6 e sotto-quadrante dell’anno bisestile ad ore 12.

Tuttavia Audemars Piguet ben presto abbandonò l’indicatore dell’anno bisestile, a causa della notevole difficoltà di lettura .
Infatti il piccolo sotto-quadrante presentava ben 48 singoli mesi indicati al suo interno.

1967 – Il calibro 2120/2800.

Nel 1967 nacque il cal.2120/2800, un incredibile calibro automatico con calendario perpetuo estremamente sottile
Il cal.2120/2800 venne sviluppato da LeCoultre e Dubois Dèpraz e adottato da molte manifatture svizzere.

Solo dieci anni dopo, nel 1977, la Maison iniziò la vera e propria produzione in serie di orologi con calendario perpetuo, dando vita alla leggendaria referenza 5548.

Questa referenza monta il calibro 2120/2800 e fu prodotta fino al 1990.

Credits: Christie’s

La produzione conta meno di 3000 esemplari in diverse varianti.
Grazie al suo spessore estremamente ridotto, unito ai canoni estetici innovativi, divenne subito un must, raccogliendo consensi da tutti gli appassionati.

Si dice sia stata proprio la referenza 5548 a “salvare” Audemars Piguet dalla crisi del quarzo che, negli anni ’80, mise in ginocchio l’industria orologiera Svizzera e fu alla base di numerosi fallimenti.

(Vuoi saperne di più? Guarda la nostra intervista con Michael Friedman!)

https://www.youtube.com/watch?v=fRlmGcRo4WU&t=1330s

1983 – Il calendario perpetuo sul Royal Oak.

Un altro orologio che ha trainato, e tutt’ora traina, l’economia e la fortuna di Audemars Piguet è il classico Royal Oak, presentato nel 1972.


Undici anni dopo, Audemars Piguet sviluppa il primo Royal Oak Quantième Perpetuél ref.5554, utilizzando ancora il calibro 2120/2800.

Questa referenza, la quale ha segnato un periodo fondamentale per Audemars Piguet, fu inizialmente prodotta in 279 esemplari, 49 in acciaio, 229 in oro e solamente uno in platino.

Le dimensioni della cassa erano le stesse del “fratello minore” Royal Oak Jumbo, 39mm, ma ancora mancava l’indicazione dell’anno bisestile.

Successivamente, nel 1986, Audemars Piguet lancia sul mercato la seconda serie del Royal Oak Quantième Perpetuél, la ref.25636.
Simile e analoga alla ref.5554, si differenziava prevalentemente per la gamma più vastamateriali utilizzati per cassa e bracciale.

Audemars Piguet utilizzò per la prima volta l’oro rosa ed aumentarono a 34 gli esemplari in platino.
Cominciò anche l’utilizzo del “two-tones”, combinazione di materiali come nel caso del raro modello con bracciale e cassa in oro rosa, link del bracciale e ghiera in platino.

La terza serie, prodotta a cavallo tra il 1989 e il 1990, contrassegnata dalla referenza 5654/25654 , ancora non presenta indicatore di anno bisestile.

Tale referenza riscosse una notevole popolarità e ne vennero prodotti quasi 800 esemplari in nove diverse versioni: acciaio, oro rosa, oro giallo e anche una rara versione in oro rosa e platino.

Credits: Watch Guru

1993 – Il nuovo calibro 2120/2802.

La svolta si ebbe nel 1993 quando Audemars Piguet sviluppò il calibro 2120/2802.

Questo nuovo movimento costituiva una versione migliorata e rivisitata del precedente 2120/2800, che, oltre all’aggiunta dell’indicatore di anno bisestile, presentava anche un indicatore della settimana.

Da questo momento Audemars Piguet diede il via ad una massiccia sperimentazione, riguardo ai vari modelli con calendario perpetuo proposti.
Nel 1995, per esempio, uno dei primi modelli di Royal Oak Quantième Perpetuél presentato fu una versione automatica commemorativa dei 120 anni della maison.

Credits: Christie’s

Questo modello, prodotto in serie limitata a 120 esemplari in oro rosa presenta l’iscrizione “1875-1995” nel sotto-quadrante delle fasi lunari.
Finalmente, ad ore 12 troviamo l’indicatore dei mesi con la seconda lancetta indicante l’anno bisestile.

Il calibro 2120/2802 venne usato in tutte le versioni di Quantième Perpetuél automatici della Maison. A tal proposito in un periodo di quasi vent’anni, Audemars Piguet sviluppò alcuni dei modelli più interessanti e famosi oggi esistenti nel mercato del vintage.

Impossibile non citarne alcuni, come il fantastico Royal Oak Quantième Perpetuél in platino e tantalo ref.25820 o la serie di scheletrati ref.25829 prodotti in oro rosa, oro giallo, platino e acciaio.

Credits: Christie’s

Grandi complicazioni.

Un altro grande riconoscimento, dovuto al calibro 2120/2802 è di aver costituito la base per il calibro 2885, montato sulla prima grande complicazione da polso di Audemars Piguet.

Della ref.25865 ne sono stati prodotti alcuni pezzi in oro bianco, uno in titanio e uno in acciaio con rivestimento in PVD nero.

Monta un calendario perpetuo (con fasi lunari al 12 e indicatore di anno bisestile ad ore 6), ripetizione minuti ed un cronografo rattrappante, il tutto in una cassa dalle dimensioni di 39 mm.

2015 – Il calibro 5134 e il passaggio ai 41mm.

Nel 2012 Audemars Piguet lancia una linea di Royal Oak solotempo, dotati di cassa da 41mm e, nel 2015, nasce la referenza 26574, calendario perpetuo automatico, che segue l’adattamento di dimensioni del fratello minore.

Tutto ciò è permesso grazie allo sviluppo del nuovo calibro 5134, evoluzione del 2120/2800, che consente di essere adattato a casse di dimensioni maggiori.

Audemars Piguet ha proposto la nuova ref.26574 in due versioni in acciaio e due in oro rosa, dove i 41mm di diametro della cassa permettono una miglior lettura del quadrante e delle varie funzioni del calendario perpetuo.

Inoltre il fondello a vista permette di ammirare il nuovo calibro, finemente decorato.
Numerose sono state le varianti della ref.26574 presentate in questi anni che, nonostante il medesimo calibro, si distinguono per la differenza nelle colorazioni del quadrante o per il materiale utilizzato.

Meno comuni, invece, le serie limitate.

Fra queste non possiamo non menzionare la ref.26609, ovvero un calendario perpetuo automatico, prodotto in serie limitata a 88 esemplari per il mercato Asiatico in collaborazione con il noto collezionista Horolupe.

Questo modello, presentato in concomitanza con il Capodanno Cinese, presenta cassa e bracciale in titanio, quadrante grigio Grand Tapisserie, fondello trasparente e tutte le canoniche funzioni del calendario perpetuo.

2018 – Royal Oak Calendario Perpetuo Ultra-Thin RD2.

Il 2018 segna l’ultimo grande passo, per il momento, per il comparto Calendari Perpetui della Maison.

Infatti, Audemars Piguet presenta al SIHH di Ginevra il nuovo Royal Oak Automatico Calendario Perpetuo Ultra-Thin RD2.
Questo rivoluzionario modello, con referenza 26586IP, monta il nuovo calibro ultra-sottile di manifattura cal.5133 che misura solamente 0.35mm di spessore.
Il quadrante abbandona il motivo Tapisserie presentandosi liscio di colore blu satinato

L’indicatore della settimana, situato solitamente sul bordo del quadrante, viene abbandonato, probabilmente al fine di contenere le dimensioni.

Grazie a questa innovativa soluzione lo spessore della cassa riesce a fermarsi a 6.3mm, diventando l’orologio con calendario perpetuo automatico più sottile al mondo e vincendo il premio Aiguille d’Or durante l’ultima edizione del Gphg di Ginevra.

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