L'orologio del Decennio

Scritto da:IWS Team|
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Tabella dei Contenuti

Abbiamo riunito i pensieri di tutti i nostri redattori sull’Orologio (con la O maiuscola) del decennio 2010 -2020.
Innovazione, iconicità, novità, tecnica, espressività: questi i canoni che ci siamo imposti per designare IL segnatempo di questo decennio.


Konstantin Chaykin Joker

Complicato eppure semplice, ma soprattutto spiritoso. Il Joker di Konstantin Chaykin non è un orologio per i soli appassionati di Batman o dei fumetti, e nemmeno un oggetto da indossare soltanto ad Halloween.

La versione base l’abbiamo vista spesso, ne abbiamo parlato anche in un nostro articolo. Persino il mercato ha ormai imparato a conoscerla come le sue tasche.
Accanto ad essa, la presenza di numerose altre varianti, corrispondenti ad idee, avvenimenti e novità della nostra società, è invece quello che mi ha spinto ad eleggerlo orologio del decennio.

Nessun segnatempo prima del Joker mi ha mai fatto esclamare anni ’20! (del 2000, purtroppo…) tanto quanto questa creazione del maestro Chaykin. Quello che sorprende del Joker, oltre al suo trasformismo e all’abilità di leggerci nel pensiero, è l’ilarità con cui ci arriva al polso.

Un orologio che si fa beffe di noi, che ci ride in faccia, un po’ come il suo ideatore. E un po’ ride perché sta perdendo il suo utilizzo, passando da necessità a vezzo, un po’ ride perché è quello di cui abbiamo bisogno: l’ironia.

Andrea Casalegno
Direttore Editoriale


Hajime Asaoka Tsunami

Svizzero? No, Giapponese! Una piccola battuta che dovrebbe far riflettere.
Riflettere sul fatto che al giorno d’oggi è molto diffuso il pensiero secondo cui “l’orologio costruito in oriente” sia di scarsa qualità. E questo pensiero può, purtroppo, essere esteso a molti prodotti provenienti dall’Asia.

Negli ultimi anni stanno prendendo sempre più piede dei professionisti noti al pubblico come “indipendenti”.
Si tratta di artigiani esperti di orologeria che producono un limitatissimo numero di orologi, prediligendo una maniacale attenzione ai dettagli. In Svizzera abbiamo nomi altisonanti come Philippe Dufour o il giovane Rexhep Rexhepi con “Akrivia”. Tuttavia è del Giappone che vi voglio parlare, terra che negli ultimi anni ha visto nascere dei veri e propri “orologiai indipendenti”, rappresentati senza alcun dubbio dalla maestria di Hajime Asaoka.

Hajime Asaoka, nato a Kanagawa nel 1965, inizia la sua carriera nel 1992 come designer fondatore de “l’Hajime Asaoka Design Office”. Tuttavia solo nel 2005 intraprenderà da “autodidatta” la strada dell’orologeria.
A questo proposito oggi vi presento una sua creazione, appartenente alla linea solo tempo “Tsunami”, esortandovi a far particolare attenzione ai dettagli che rendono estremamente complesso un orologio che a prima vista può sembrare semplice.

L’orologio

Lo Tsunami, di chiara ispirazione vintage, sfoggia una cassa da 37mm caratterizzata da una finitura che alterna in modo armonioso l’effetto satinato a quello lucido.

Il quadrante è frutto di un’innata maestria nel campo della tampografia e prodotto interamente dal Maestro.
Da sottolineare la “tridimensionalità” dei numeri e il livello qualitativo dell’insieme, che si presenta con una configurazione in scala di grigi “bitonale”, minuteria chiusa e numeri alternati orientati in direzione radiale.

Le sfere rappresentano forse l’elemento più complesso del “lato A”, in quanto ricavate da pieno mediante micro-fresatura e rifinite totalmente a mano da Hajime Asaoka in persona.

Il calibro costituisce in assoluto la parte più significativa per un produttore indipendente.
Quello del Maestro è veramente qualcosa di unico in termini di meccanica e finiture estetiche, soprattutto considerando come sia totalmente “home made”, costruito e rifinito da Hajime Asaoka.

Potrete fare vostro un Hajime Asaoka Tsunami alla cifra di €25.000, sperando che abbiate cambiato idea sulla qualità degli orologi “Made in Japan“!

Alessandro Metelli
Autore


Richard Mille RM056 Felipe Massa Tourbillon

Perché un Richard Mille nei migliori orologi degli ultimi 10 anni?

L’RM056 è il primo orologio in zaffiro ad aver attratto l’attenzione del grande pubblico. Oggi, oltre alla sua estetica unica, andremo a vedere perché rappresenta una vera e propria rivoluzione nel settore.

Potremmo raccontarvi delle 1000 ore di lavoro necessarie per realizzarne un RM056, delle difficoltà tecniche nella lavorazione dello zaffiro, dei problemi causati dalle curvature della cassa, delle viti, confondendovi con numeri che difficilmente vi emozioneranno.

L’RM056 incarna tutto ciò che un brand cerca di evitare: costi di produzione altissimi ed altissima fragilità (che potrebbe trasformarsi in un cliente scontento). Nonostante ciò, abbiamo osservato con stupore quanti marchi, negli ultimi 3 anni, abbiano seguito la scia di Richard Mille.

L’RM056 rappresenta l’evoluzione di una fruttuosa partnership con una leggenda della Formula 1: Felipe Massa. L’RM 056 Felipe Massa Sapphire Tourbillon Split Seconds Competition Chronograph (sì, questo è il nome completo) è stato prodotto in soli 5 pezzi con un listino che supera il milione e mezzo di dollari.

Fabrizio Bonvicino
Co-Fondatore


Patek Philippe 5531R

Si dice che la difficoltà non risieda tanto nel raggiungere il successo, quanto nel mantenerlo.
Patek Philippe ha raggiunto la notorietà tanto tempo fa fino ad affermarsi come la maison più importante di sempre, in termini di prestigio e complicazioni.

Tuttavia anche Patek Philippe deve rinnovarsi ogni giorno per mantenere la sua reputazione e per rendere onore ad un passato illustre, compito tutt’altro che banale, visto che oggigiorno ogni novità passa al vaglio di collezionisti ed appassionati, i quali non si risparmiano nelle critiche, soprattutto su segnatempo di alta caratura.

5531R edizione limitata per la mostra Patek Philippe’s Art of Watches

In occasione della mostra Patek Philippe’s Art of Watches, tenutasi a New York nel 2017, Patek Philippe presenta un serie limitata di 10 orologi con cui introduce la referenza 5531R. All’interno dei 10 segnatempo vi sono due serie, ciascuna composta da 5 orologi, la cui differenza risiede esclusivamente nel magnifico quadrante enamel.
Una serie, infatti, presenta lo skyline di Manhattan di giorno, mentre la seconda lo raffigura di notte (foto sopra).

Con la creazione della referenza 5531R, Patek Philippe aggiunge un nuovo tassello al suo già notevole catalogo di complicazioni, implementando per la prima volta una ripetizione minuti abbinata alle ore del mondo.
A mio avviso il 5531R rappresenta la volontà da parte di Patek Philippe di tornare sui suoi passi, dopo alcune release che avevano fatto storcere il naso ai puristi.
Tutto ciò riconfermando il suo incredibile savoir-faire ed il suo approccio fortemente orientato all’orologeria tradizionale.

Il 5531R entra stabilmente in catalogo

A seguito della limited edition, realizzata per New York, Patek Philippe presenta a Basilea 2018 una nuova versione della referenza 5531R, destinata ad entrare in catalogo. Sebbene non si tratti più di una tiratura limitata, il 5531R verrà comunque prodotto in pochissimi pezzi all’anno, data l’estrema difficoltà di realizzazione, sia in termini di movimento, che di quadrante.

Lo straordinario quadrante, realizzato con la tecnica in smalto grand feu, rappresenta i vigneti di Laveaux che sorgono sulle rive del Lago di Ginevra, dichiarati patrimonio dell’UNESCO.

Anche l’inedito calibro R 27 HU rappresenta un capolavoro sia a livello estetico che tecnico e, nonostante la sua complessità, mantiene uno spessore di soli 8.5mm.
La cassa lavorata a guilloché sui bordi e le anse cave, vanno ad impreziosire ulteriormente l’aspetto unico di questo segnatempo, che prende le mosse dalla leggendaria referenza 2523 HU degli anni ’50.

La perfetta sintesi fra artigianalità e moderna tecnologia, contribuisce a creare un segnatempo che va oltre il concetto di orologio complicato.
Tuttavia la peculiarità che ha fatto ricadere la mia scelta sul 5531R come orologio del decennio riguarda il valore simbolico che questa referenza esprime. Infatti, il 5531R racchiude in sè una filosofia a cui tutte le maison di lunga tradizione dovrebbero rifarsi, ovvero la possibilità che tecnica tradizionale ed innovazioni meccaniche coesistano in armonia senza ostacolarsi a vicenda.

Lorenzo Rabbiosi
Revisore & Autore


Romain Gauthier Logical One

Quando settimana scorsa il nostro Editor in Chief, @iamcasa, ha chiesto a noi ragazzi di IWS di scegliere il nostro orologio preferito del decennio, devo ammettere che ho avuto bisogno di qualche giorno di riflessione.
Riuscire a sceglierne solo uno non è certo cosa facile!

Dopo un’attenta riflessione ho deciso di parlarvi della creazione che più è diventata sinonimo di Romain Gauthier.
Se ami gli orologi e non sai di chi sto parlando, significa che dobbiamo rimediare al più presto.
Il brand lanciato nel 2005 da Romain in persona approccia l’orologeria guardando contemporaneamente passato e futuro. Con poco più di 50 pezzi totali prodotti all’anno, ogni creazione del micro brand racchiude in sé una doppia anima: tecnologica e innovativa da un lato, condiscendente e meticolosa dall’altro.

Credits: A Collected Man

Il Logical One è tutto questo. Complicato e semplice al contempo.
Il suo intricato movimento comunica armoniosamente con il raffinato quadrante in smalto Grand Feu che sembra continuamente a caccia del tuo sguardo. Il leggero titanio della cassa instaura un inaspettato dialogo con l’ingegnoso movimento a fuso-catena, apparentemente di un’altra epoca.

Osservando i dettagli del Logical One da vicino, notiamo come la cura con cui è realizzato sia davvero qualcosa di unico. Ogni singolo componente viene lavorato con una minuzia addirittura eccessiva. La catena del fuso, a prima vista dall’aspetto industriale, è composta di maglie in rubino che azzerano ogni necessità di lubrificante per il movimento a forza costante.

Solo indossando il Logical One si riesce a comprendere come in questo segnatempo tradizione e avanguardia convivano in perfetta simbiosi, cosi spontanea e naturale da non sembrare nemmeno creazione di un uomo.

Claudio Freccia
Junior Social Media Manager & Autore


Rolex Sky Dweller

Da amante del vintage e della storia, mi piace imparare dagli errori del passato per scovare le occasioni di domani.
Dando uno sguardo ai vecchi annunci degli anni ’70, troviamo gioiellerie che scrivevano “Si comprano Rolex, NO DAYTONA“. Eppure chiunque di noi se potesse viaggiare indietro del tempo anche solo per un’ora, non tornerebbe indietro senza una manciata di Daytona di ogni genere: 6264, 6239, 6265… chi più ne ha, più ne metta!
Parliamo di orologi che non hanno avuto fortuna al momento del lancio e che sono stati quindi ritirati dal mercato dopo una produzione decisamente limitata. Un fattore, questo, che oggi li rende pezzi eccezionalmente ricercati, che nelle aste spaziano dai 50mila euro fino a svariati milioni.

Seguendo questa strategia, mi chiedo spesso se alcuni dei modelli che oggi non stanno avendo fortuna, avranno la stessa sorte.
Uno dei modelli meno apprezzati del momento è certamente il Rolex Sky Dweller, in tutte le sue declinazioni…la mia scelta per l’orologio del decennio.

Rolex Sky-Dweller - L'Orologio per i Grandi Viaggiatori

Il Rolex più complicato

Introdotto nel 2012, lo Sky Dweller rappresenta, a mio avviso, un segnatempo formidabile: il Rolex più complicato di sempre, con calendario annuo e fuso orario. Il tutto senza la necessità di pulsanti.
Infatti, questo spettacolare meccanismo è controllato dalla combinazione di posizioni della corona e della lunetta, che ruotando attiva modalità di regolazioni differenti.
Il sistema, denominato “Ring Command“, costituisce un capolavoro di micromeccanica composto da oltre 50 pezzi.

La data è presentata alla classica maniera di Rolex, con lente ciclopica ad ore tre, mentre il mese è ingegnosamente nascosto dietro l’indice orario. Esso viene reso grazie ad una finestrella che si colora di rosso a seconda del mese corrente: ad ore tre, ad esempio, corrisponde marzo, il terzo mese.

Un orologio esteticamente superbo ed incredibilmente complicato, che il pubblico non ha ancora realizzato essere una pietra miliare della tecnologia Rolex.
Sono convinto che lo aspetti un grande destino e di conseguenza anche ottimo investimento.
In attesa che il mercato si accorga dell’eccezionalità di questo modello, avete la possibilità di farlo vostro a partire da 14.200€. Una cifra più che ragionevole.

Non fatevi dire “ve l’avevo detto“!

Lorenzo Spolaor
Autore & Traduttore


Jaquet Droz The Charming Bird

Questo massiccio orologio, ad un primo sguardo, può sembrare un semplice e costoso giocattolo da polso.
Tuttavia se osservato nel dettaglio e contestualizzato ci svela un mix di storia e tecnica che, a mio avviso, lo rendono un moderno testimone dell’immenso patrimonio di conoscenze tecniche e culturali svizzere e quindi la mia scelta per l’orologio del decennio.

Pierre Jaquet-Droz fu uno dei più illustri orologiai svizzeri il quale, a cavallo del XVIII secolo, realizzò alcune delle creazioni meccaniche più strabilianti mai viste.

Il suo cavallo di battaglia era la costruzione di automi, delle più svariate misure e incassati negli oggetti più particolari.
Famosissime risultano le varie tabacchiere con all’interno un meccanismo che se attivato faceva muovere e cinguettare un uccellino, naturalmente(non scontato e da ribadire) senza l’ausilio di alcuna batteria.

Questo orologio, presentato nel 2013, incarna e proietta nei giorni nostri questo patrimonio immenso. Patrimonio che, a mio parere, è stato per troppo tempo trascurato a favore delle più blasonate complicazioni tecniche (tourbillon, ripetizione minuti ecc.).
Infatti, occorre specificare come questo automa non abbia alcuna funzione pratica, ma solamente estetica.

L’imponente cassa da 47mm in oro bianco presenta un vetro bombato con una cupola ad ore sei.
Al suo interno una cinciallegra dipinta a mano è immobile fino a che non si preme il pulsante sulla corona ad ore due: in quel momento il volatile inizierà a vivere, sbattendo le ali e muovendo il becco, cinguettando esattamente come nella realtà. Questo è possibile grazie ad un sistema di pistoni ad aria che, muovendosi molto velocemente, simulano il cinguettio alla perfezione.

In questi anni la maison Jaquet Droz, oggi di proprietà di Swatch Group, ha progettato e sviluppato molti orologi dotati di automi. Tuttavia The Charming Bird risulta quello che più di tutti enfatizza e trasmette i valori di quasi tre secoli di storia di alta orologeria.

Giulio Minetto
Autore


Bvlgari Octo Finissimo

La storia di questo capolavoro, destinato a rimanere per molto tempo sotto le luci dei riflettori, inizia nel 2014.
Nasce dalla straordinaria vision di Fabrizio Buonamassa Stigliani, al quale si deve il merito di aver creato un segnatempo unico, nuovo, mai visto fino ad ora.

Bulgari presenta la prima versione dell‘Octo Finissimo nel 2014, mostrando al mondo il suo nuovo orologio e colpendo gli appassionati non solo per il design ma soprattutto per la maestria e le soluzioni ingegneristiche, adottate per la creazione dell’Octo Finissimo Tourbillon. Un orologio strepitoso, dotato di movimento a carica manuale spesso appena 1,95 mm.

AUTORE

Team Italian Watch Spotter
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