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Il nuovo Patek Philippe Calatrava 6007A

DATA
21 Giugno 2020
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Quando sarà il momento giusto per presentare i nuovi modelli? Secondo Patek Philippe intanto è arrivato quello di rilasciare la prima novità.

Ecco a voi il nuovo Calatrava ref.6007A

Per questa occasione è stata realizzata una serie limitata di 1000 pezzi in acciaio, un metallo raramente usato per gli orologi classici di questa collezione. Della storia moderna di Patek, solo le referenze 5565 (Limited per Boutique di Ginevra, 300 pezzi), 5212 (Weekly Calendar del 2019) e il 6007 hanno una cassa in acciaio.

Il design è moderno. La numerazione è molto piacevole alla vista, forse uno degli aspetti migliori dell’orologio.

La scelta di usare un metallo del genere a nostro parere non lo rende interessante. Usare l’acciaio può dare un’idea di esclusività se parliamo del 5212, aggiungere un altro Calatrava (seppure in edizione limitata) fa perdere tutta quell’aura che si era creata l’anno scorso con la novità. Anche il 6300A, venduto per 31 Milioni di Franchi Svizzeri, portava una cassa totalmente in acciaio ma l’occasione, l’aspetto e la meccanica dell’orologio in quel caso erano degne di nota.

L’orologio prende ispirazione da alcune altre referenze. In ordine di somiglianza: la tonalità dell’azzurro è molto vicina a quella del Pilot Travel Time 7234A presentato a Singapore per la Watch Art Grand Exhibition 2019.

Il quadrante ha la stessa texture del 5208 in titanio, realizzato nel 2017 per l’asta benefica di OnlyWatch. Le differenze (oltre alla complicazione e il metallo, ovviamente) sono nella tonalità del colore (blu vs. azzurro) e nell’orientamento delle linee (90° vs. 45°).


La nuova manifattura

Questo orologio viene presentato per celebrare la realizzazione della nuova manifattura di Plan-les-Ouates (Ginevra). Da diversi anni, Patek sembra stia approcciando il proprio lavoro come un vero business e meno da artigiani di alta orologeria. Rendere efficiente il proprio processo produttivo e cercare di ridurre i costi è importante per qualsiasi azienda, ma se fosse a scapito del prodotto finale e dell’appeal che ha sul pubblico?

La famiglia Stern ha deciso di trasferire tutto in un unico stabilimento, rompendo lo schema tradizionale dell’orologeria ginevrina, dove ogni componente arriva da diverse zone del cantone. Non tutti i membri però sono stati felici della scelta.

La storia di cui parla il marchio è diversa. Ovviamente ci sono motivazioni concrete che hanno portato a unire tutto in questa grandissima manifattura e non è solo una questione di business.

Parliamoci chiaro, qui si tratta di Patek Philippe, non di un marchio qualunque. Gli standard sono sempre altissimi e degni del nome che portano, ma il lavoro manuale gioca un ruolo molto marginale rispetto a ciò che la storia del marchio ci ha sempre raccontato. Con questa scelta, la direzione sembra sempre più definita.


I nostri dubbi:

L’apertura di una nuova manifattura è l’occasione giusta per presentare un nuovo orologio?

Dubbio alquanto legittimo. Non parliamo di un atelier di artigiani ma di uno stabilimento per produrre macchinosamente ogni orologio. Inaugura un nuovo capitolo per Patek, una nuova direzione. Abbiamo poche idee da discutere su questo punto perché l’evento è un dato oggettivo e ha la sua importanza.

Il 5565A di cui parlavamo prima è uscito per l’inaugurazione della nuova boutique di Rue du Rhone, a Ginevra. É più comune che si celebri una boutique con una serie limitata, che una nuova manifattura (anche perché quante volte capita che si realizzi un nuovo impianto produttivo?). Scelta rivoluzionaria e controversa che ci fa riflettere molto.

Perché scegliere l’acciaio?

La risposta è ancora una volta la celebrazione di un evento importante. Un metallo prezioso avrebbe, a nostro avviso, dato un appeal totalmente diverso. Sarebbe stato meglio in platino o oro bianco, una decisione banale ma più coerente alla collezione Calatrava. Patek sta cavalcando il trend dell’acciaio che viene venduto al doppio o al triplo dei listini e sta provando a portarlo sulle collezioni classiche? Forse non è questo il motivo ma sta notevolmente cercando di renderlo più prezioso agli occhi di chi compra.

Qual è il senso di mettere un fondello con scritto 2019 e presentarlo nel 2020?

Ultimo dubbio, forse il peggiore da discutere. Sul fatto che i primi dipendenti siano entrati nello stabilimento nel 2019 non abbiamo dubbi. Ma perché presentarlo nel 2020? La pandemia e la crisi generale è degenerata (nel mondo) verso fine febbraio, presentarlo ad Aprile a Basel avrebbe portato lo stesso dubbio, sia chiaro. Nel 2019 non c’è stata alcuna crisi (esterna) che abbia influenzato la produzione. Forse i problemi sono stati interni? Ristampare 1000 fondelli con l’anno 2020 sarebbe stato troppo lungo e costoso.

Gli ultimi fondelli incisi con l’anno 2019 sono stati quelli della Singapore Watch Art Grand Exhibition. Possibile che il 6007A fosse legato a quel periodo? Il fatto che possa essere legato direttamente alla mostra è da escludere, data l’impostazione grafica totalmente differente.

L’ultima supposizione, forse la più azzeccata, è che siano stati i primi orologi prodotti nel nuovo edificio. Rimane il fatto che una novità del 2020 con scritto 2019 non è il massimo.


Conclusioni

L’orologio nel complesso è piacevole da vedere. Non è brutto. La pecca è che non abbia quello charme che ci aspetteremmo da Patek Philippe per un’edizione limitata. Dopo aver discusso con vari grandi collezionisti, quasi nessuno ci ha detto di essere entusiasmato o compiaciuto da questa release. Ora vorremmo sentire qualche parere opposto al nostro.

Sarà curioso vedere come il mercato reagirà, se li troveremo tutti a +50% dai grey market dealers o se andranno nelle mani di persone a cui piace davvero.

Ora non ci resta che sperare in nuove uscite prima della fine del 2020!

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