In questo nuovo articolo parleremo delle cosiddette “Ore Saltanti”: una delle più affascinanti complicazioni del mondo dell’orologeria.
Prima di spiegare perché questa complicazione, nonostante sia poco diffusa, è molto apprezzata da esperti e collezionisti, spieghiamo di cosa si tratta e come nascono le ore saltanti.
Un orologio ad ore saltanti (anche detto jumping-hours o saltarello) si riconosce a prima vista perché manca della sfera delle ore. Queste infatti vengono rappresentate invece attraverso una finestrella sul quadrante, sotto la quale scorre un disco che ogni ora scatta, “salta”, indicando il numero successivo. Ed è proprio da qui che nasce il nome di questa complicazione.
La storia dell’orologio “saltarello”
Tutto nasce nel mondo degli orologi da tasca, all’inizio degli anni 80 dell’ottocento. In questi anni, l’ingegnere austriaco Josef Pallweber inventò e brevettò una nuova ed originale modalità di lettura dell’ora, alternativa alle solite lancette. Questo brevetto venne concesso in licenza alla famosa maison IWC. Solo intorno agli anni ’20 però iniziarono a fare la loro comparsa gli orologi da polso che montavano questo tipo di meccanismo.
Uno dei primi fu prodotto da Audemars Piguet. Questo disponeva dell’ora saltante ad ore 12 ed al centro il disco dei minuiti che scorreva invece in maniera continua. Esteriormente potrebbe sembrare molto semplice, infatti non vi era un vero e proprio quadrante. Escluse le finestrelle l’orologio è composto da una cassa “integrale” che però lo rende ancora più affascinante, misterioso e al tempo stesso elegantissimo.
Come funzionano le ore saltanti
Nei moderni orologi da polso che utilizzano questa complicazione, in particolare quelli prodotti a Schaffhausen da IWC, i dischi non sono più azionati da ruote dentate.
Ora l’impulso che fa ruotare il disco dei minuti è fornito da un meccanismo separato con bariletto di carica dedicato. Un meccanismo, collegato a quello principale dell’orologio, sblocca il disco dei minuti ogni 60 secondi e lo blocca immediatamente dopo la rotazione. Ogni 10 minuti il disco delle unita dei minuti sposta in avanti di una posizione il disco delle decine. Allo stesso modo ogni 60 minuti l’anello delle ore scatta di una posizione passando al numero successivo.
La separazione dei due sistemi permette al movimento principale di non essere influenzato e quindi garantire la precisione della marcia e della riserva di carica. È un grande progresso, rispetto al funzionamento precedente.
Le ore saltanti oggi
Oggi molte case orologiere di alto livello stanno nuovamente riproponendo la complicazione delle ore saltanti. Sia per la loro originalità, sia per dimostrare la maestria e le capacità degli artigiani che producono queste meraviglie. Infatti in questi segnatempo, dietro ad un design spesso minimale, si nasconde una complicazione molto difficile da produrre, che prevede una fase di assemblaggio lunga ed impegnativa.
Per questo articolo ho scelto di presentarvi due modelli iconici e rappresentativi di questa complicazione.
A.Lange & Söhne – ZEITWERK
Questo segnatempo è il jumping hours per eccellenza, al solo nominare della complicazione ore saltanti la mente va subito a questo capolavoro di A.Lange & Söhne. Questo orologio non ha solo le ore saltanti ma anche i minuti vengono visualizzati “digitalmente”, senza l’ausilio delle lancette, con lo stesso meccanismo delle ore.
Le misure sono generose. 42 mm di diametro e 12,6 di spessore ne fanno un orologio che al polso si fa notare e fa sempre la sua figura. Sul quadrante, ore alle finestrelle di ore e minuti è presente ad ore 6 un contatore dei secondi ed a ore 12 l’indicatore della riserva di carica. Ovviamente è realizzato in oro, nelle declinazioni oro bianco con quadrante nero ed oro rosa con quadrante argentè.
È quindi un segnatempo iconico e sapientemente realizzato, dedicato ai veri appassionati di orologeria. Anche il prezzo segue la sua esclusività e, per averlo nella propria collezione, sono necessari poco meno di 75.000 €.
IWC – TRIBUTE TO PALLWEBER EDITION «150 YEARS»
Come detto, IWC ha una grande tradizione in fatto di ore saltanti e ha riproposto in questa edizione in ricordo dell’inventore delle ore saltanti.
Anche qui le dimensioni sono notevoli, con un diametro di 45 mm ed uno spessore di “soli” 11.9 mm. In questo modello notiamo una costruzione sull’asse centrale, in verticale, dell’orologio. Infatti troviamo la finestrella delle ore ad ore 12, poco più in basso (al centro) quella di minuti ed infine, ad ore 6, il contatore dei secondi.
Questo rispetto al Zeitwerk ha un design più pulito e lineare, rimanendo alla vista meno “aggressivo” e, se vogliamo, pesante. È prodotto in tre versioni: cassa acciaio e quadrante blu, cassa oro rosso e quadrante bianco ed infine con cassa in platino e quadrante bianco.
I prezzi, più contenuti rispetto al Zeitwerk, vanno dai 22.800 € per il modello in acciaio, 36.100 € per quello in oro e 59.100 € per la versione in platino.
Concludendo…
…possiamo dire che questa complicazione, oltre ad essere una dimostrazione di maestria e capacità tecnica, permette anche di mettere in mostra l’inventiva e l’originalità del design.
Infatti gli orologi Jumping Hours non hanno punti di riferimento centrali e necessari come le lancette e, per questo, possono essere modellati e costruiti dal designer secondo diversi concetti ed idee. Ed è proprio in orologi come questi che viene messa in mostra la qualità e l’originalità del genio creativo dell’uomo.