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05 Settembre 2019
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Precisione, una ricerca maniacale di cui parliamo in diversi articoli. Eppure, già nel 1801, uno dei padri fondatori dell’orologeria, Abraham-Louis Breguet, stava lavorando per raggiungere questo obiettivo.
Ciò che lo teneva lontano dal suo traguardo era la gravità della Terra, fenomeno che provoca alterazioni sul corretto funzionamento del segnatempo.
Con l’801, Monsieur Breguet pone fine a questo grattacapo, inventando lo scappamento a tourbillon.


Che cos’è uno scappamento?

Ogni orologio, per funzionare, necessita di uno scappamento. Quest’ultimo è il meccanismo che rilascia, in modo ritmato, l’energia accumulata dalla molla di carica.

(Nella foto, il disegno di uno scappamento ad ancora tipicamente utilizzato per orologi a pendolo)

Quando indossiamo un orologio automatico (o carichiamo a mano un manuale) stiamo avvolgendo una molla. L’energia immagazzinata da questa è la stessa che consente di far funzionare correttamente il nostro segnatempo.

Ma torniamo allo scappamento: ne sentirete sicuramente parlare come del “cuore pulsante” dell’orologio. Perché pulsante?! Perché “batte con un ritmo”, ed è proprio questa la sua caratteristica fondamentale.

Se non ci fosse questa cadenza, l’energia verrebbe rilasciata tutta nello stesso momento e sarebbe pressoché inutile. Con la sua frequenza di oscillazione invece, il bilanciere (parte fondamentale dello scappamento più diffuso, ovvero quello ad ancora) consente di battere il tempo, in modo tale da poter poi segnare secondi, minuti, ore e via dicendo…


Cos’ha di diverso il tourbillon?

Prendiamo il più diffuso scappamento ad ancora. Sebbene il bilanciere oscilli (attorno ad un perno chiamato asse), la sua struttura è fissata e solo alcune parti compiono piccoli movimenti ripetitivi.

Nel tourbillon tutto questo non vale più. La gravità è contrastata grazie ad una struttura rotante, la cui rotazione contrasta gli sbalzi provocati da quest’ultima. È facile pensare come un oggetto che si muove sia più difficile da mettere in crisi rispetto ad uno fermo, in quanto le variazioni subite andranno, alla lunga, a bilanciarsi.

Il meccanismo consiste proprio di una “gabbia” rotante dentro la quale è montato il bilanciere, da pignoni e da alcune parti dello scappamento ad ancora. Potremmo quindi dire che è una variazione, un “upgrade”, del sopracitato scappamento ad ancora.





Sebbene non entreremo troppo nel dettaglio per evitare complessità tecniche esagerate, vediamo assieme un po’ di curiosità.


Il primo tourbillon da polso porta marchio Omega

È passato un solo anno da quando, nelle sale di Phillips, è comparso questo solo tempo apparentemente molto classico. Dietro all’estetica austera e minimalista si celano però un grande movimento ed una grande novità.

Prodotto nel 1947 con calibro 30 I, questo prototipo è molto probabilmente il primo tourbillon da polso prodotto industrialmente. Dentro ad una cassa in acciaio da 37.5mm, batte un cuore largo solo 30mm, testimone della ricerca e sviluppo di Omega a quei tempi.

Da record l’anno di nascita, le dimensioni del movimento ma anche il prezzo… 1.428.500 CHF (1.310.670 €)

Questo esemplare, con il suo aspetto classico, segna l’inizio di una tendenza riconosciuta da tutti, ovvero quella di volere un tourbillon sul proprio polso.


Il più grande tourbillon da polso

Il record per il tourbillon dal diametro più grosso (montato su un orologio da polso) è detenuto dal brand Armeno Kerbedanz.
Il modello è il Maximus, con 49mm di cassa e 27mm di gabbia del tourbillon volante, ben 7mm più grande del precedente detentore del record.

In foto potete vederlo al nostro polso nella versione in oro rosa, che monta il calibro KRB-08, di 415 parti (73 sono solo del tourbillon!) , alcune in titanio. È proprio quest’ultimo materiale, utilizzato nello scappamento, a renderlo perfettamente funzionante, grazie al suo peso molto ridotto.
In questo movimento il tourbillon compie una rotazione ogni 6 minuti ed è posto al centro, così da renderlo protagonista.

Sebbene sia molto generoso di diametro, è davvero uno spettacolo da ammirare al polso: raramente su altri orologi si riesce a vedere così bene il funzionamento del tourbillon.





Tutti i tipi di tourbillon

Tourbillon classico

Spiegato poco sopra, è il primo che nasce. Inventato da A.L. Breguet rimane ancora oggi un marchio di fabbrica del brand.
In foto potete vedere proprio una creazione del maestro.


Tourbillon inclinato

Ha la stessa struttura del tourbillon classico ma la sua rotazione avviene con un’inclinazione rispetto alla linea del piano, per raggiungere un numero più alto di posizioni e compensare ancora meglio la gravità.

Un esempio è il Greubel Forsey GMT Earth Limited Edition White Gold, un segnatempo tutto particolare.

Un altro celebre esemplare ci arriva da François-Paul Journe con il suo Tourbillon Souverain Vertical, in cui l’inclinazione è esattamente perpendicolare al suolo, come spiegato nel nostro precedente articolo.


Tourbillon volante

Una cosa fatta bene può sempre essere fatta meglio.
A questa logica, gli orologiai hanno risposto inventando il tourbillon volante, in cui il meccanismo complessivo è fissato soltanto da un lato al movimento, al posto che a due ponti. Questo accorgimento datato 1920 mira soprattutto a migliorare l’estetica della complicazione, andando ad esporre maggiormente il tourbillon, rendendolo più visibile.


Tourbillon misterioso

Prendete un tourbillon volante. Prendete un “orologio misterioso”. Se non ve lo state già immaginando, il risultato è nella foto, ed è sublime.

Quello che succede, in pratica, è che il tourbillon è fissato al movimento da un sistema che incorpora i cristalli in cui è incastonato, in modo da renderlo fluttuante ed apparentemente senza alcun collegamento agli ingranaggi. Soprendente, no?


Tourbillon su più assi

Meraviglioso da guardare, è un vero capolavoro di ingegneria ed estetica.
Il tourbillon su più assi nasce ovviamente con l’idea di cambiare angolazione di continuo, così da compensare qualsiasi tipo di forza, in ogni direzione.

Specialità, ad oggi, di Jacob&Co è stato fabbricato anche da Jaeger-LeCoultre in pezzi come il Reverso Gyrotourbillon, di cui parliamo in un nostro articolo.
La sua pecca più grande sta nelle dimensioni, che non permettono di trovare questa complicazione su orologi ultrapiatti, ma è anche una fortuna.

Per questo stesso motivo, le grandi dimensioni consentono spesso di tenere il tourbillon in vista, così da poterne ammirare la rotazione completa.


Tourbillon multiplo

Cosa succede se accostiamo 2 o più tourbillon in un solo orologio? Secondo alcuni orologiai autorevoli, andiamo a migliorare notevolmente la precisione del segnatempo…
Benché questa sia una posizione discussa nel settore, e non condivisa da tutti, il nostro recente articolo sulla risonanza ci porta a protendere per la correttezza, almeno teorica, di questa teoria.

Affiancando diversi scappamenti nello stesso movimento possiamo infatti andare ad utilizzare a nostro favore alcuni fenomeni fisici, andando ad aumentare la precisione del segnatempo. È il caso del Jacob & Co. Twin Turbo Furious Bugatti.

Jacob & Co. Twin Turbo Furious Bugatti

Un modo ancora nuovo di affiancare i tourbillon lo trova Antoine Preziuso, che a Basilea ci ha mostrato il suo Tourbillon des Tourbillons, in cui si può notare come i tre scappamenti, posti ai vertici di un triangolo equilatero, ruotino assieme rispetto al centro.

Al di fuori della veridicità della maggiore precisione del tourbillon multiplo, su cui lasciamo discutere chi progetta, potremmo anche solo lasciar parlare la bellezza e la complessità meccanica, che hanno già molto da dire…

Antoine Preziuso Tourbillon of Tourbillons

Cronografo tourbillon

Vi ricordate le novità Zenith 2019? Se non le avete bene in mente ne parliamo in questo articolo!
Perché ci interessano? Perché Zenith ha introdotto in collezione il Defy El Primero Double Tourbillon, un orologio sorprendente, dotato di ben 2 tourbillon, uno per ore/minuti e l’altro per il cronografo. Dei due, quello con 50 Hz di frequenza è il più veloce al mondo, e fa funzionare il cronografo misurando i centesimi di secondo.

Non capita di frequente, infatti, vedere un tourbillon girare davvero veloce, ma possiamo assicurare che da vedere è adrenalinico.


Open worked o no?

Per via della sua grande ricercatezza e dell’amore riscosso dai collezionisti, spesso i tourbillon sono in bella vista anche dal lato quadrante. Questo non ci sorprende: se ci pensiamo un attimo, abbiamo appena visto che è questa la ragione che fa nascere varianti come il tourbillon volante.

Al di fuori del gusto estetico, la scelta sul tenere a vista o meno il tourbillon ha anche ragioni meccaniche.

La luce del sole infatti potrebbe causare malfunzionamenti proprio a questo meccanismo che dovrebbe risolverli, vanificando gli intenti di Abraham-Louis Breguet, ed anche i nostri.

Non è un caso che un brand tra tutti, Patek Philippe, sia noto per tenere “nascosti” i propri tourbillon. E come per Patek, anche il primo Omega, che abbiamo visto sopra, ha il tourbillon completamente racchiuso da cassa e quadrante.

Sebbene risulti spesso piacevole poter ammirare il funzionamento di questa complicazione, anche tenerla nascosta ha il suo grande fascino, ed è una bella sorpresa quando si guarda l’orologio più da vicino.


Usciti dall’800 ormai la gravità terrestre impatta davvero poco, soprattutto sugli orologi da polso, che sono in costante movimento per definizione.

Una complicazione di questo calibro però non può sparire e merita di trasmettere ancora emozioni al possessore, oltre a qualche evoluzione, anche solo per dimostrare la bravura dell’orologiaio. Ogni brand di alta orologeria (Rolex a parte…) vanta infatti in collezione o nella storia almeno un orologio da polso con tourbillon, che raggiunge quotazioni di alta fascia proprio grazie a questa complicazione.

Sebbene la risposta dalla Cina sia un tourbillon da poche centinaia di euro, questa complicazione è ormai nel DNA del collezionista di orologi, che nasce con la nozione di “tourbillon=bello” ben lucida nella mente e che la considera una specie di Santo Graal della propria passione, tanto da cercarla in tutte le forme e dimensioni. E noi, anche noi, non possiamo dargli torto…


Fotografie (con logo) di Vincenzo Finizola (@vfphotograf) per ItalianWatchSpotter

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