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GWA XI – solo il meglio di Phillips

DATA
17 Giugno 2020
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Potevamo perderci queste aste di Ginevra 2020? Certo che no! Ecco qua i nostri lotti preferiti della GWAXI di Phillips!

Nonostante la pandemia, il team di Phillips è riuscito ugualmente a mettere insieme un catalogo variegato, fresco ed interessante, che per fortuna sarà seguito da un’asta in sala, nella classica cornice dell’hotel La Réserve di Ginevra, nei giorni 27 e 28 Giugno 2020. Se vi state chiedendo come funzionano le aste e come poter comprare cliccate qui, altrimenti vi lasciamo ai nostri top lots. In entrambi i casi…buona lettura!

Cartier Tank Asymmetrique – Lotto 18

Lo so, ve lo aspettavate, ma che ci posso fare?!
È tornato fresco fresco quest’anno, lo avete visto poco fa nel nostro articolo e (che combinazione!) adesso anche qua!

Bene, l’ho scelto proprio per questo. Esiste un concetto che noi italiani chiamiamo tempestività e gli inglesi timeliness, che in questo caso coincide proprio con la capacità di fare le cose al momento giusto. Del nuovo Cartier Tank Asymmetrique ne abbiamo parlato noi, Roni Madhvani, Auro Montanari e tutto il mondo dell’orologeria, accrescendo l’interesse verso questo pezzo fino alle stelle. Ecco, il team di Phillips non ha perso tempo e, tra i primi lotti dell’asta, ha fatto comparire proprio lui: il Tank Asymmetrique di Cartier nella sua versione del 1996.

(Se non conosci il modello e non sai perché la versione del 1996 è importante clicca qui)

Pensate che si tratti soltanto di un caso? Date un occhio al commento nel catalogo:
“…So desirable and attractive is this model that Cartier launched a new interpretation of the Tank Asymétrique in its 2020 releases.”
Insomma, anche questa volta Phillips ha capito come (e quando!) fare le cose, e noi non staremo a guardare…

Non mi vedrete in sala purtroppo…ma la mia paletta virtuale verrà senza dubbio alzata su questo lotto 18, che ha attualmente una stima di CHF6,000 – 9,000 ( €5,700-8,500 ; $6,200-9,300)


Patek Philippe 1579 in platino – Lotto 214

Fra i tanti lotti degni di nota all’interno della GWA XI, sicuramente spicca quella che a mio avviso, rappresenta la vera hit di questa tornata d’aste, ovvero la collezione di Jean-Claude Biver.
Il celeberrimo manager e fra i padri dell’orologeria moderna ha scelto di mettere all’asta quattro Patek Philippe dalla sua collezione privata, tutti contraddistinti da eccezionale qualità e rarità.

Uno di questi è un Patek Philippe 1579…ma non uno qualsiasi.
Infatti la referenza 1579, prodotta in circa 450 esemplari fra il 1943 ed il 1965, ha conosciuti solo tre casse in platino, materiale che risalta ulteriormente la splendida forma delle anse a ragno.
Interessante notare come le tre casse in platino, tutte prodotte da Wenger, non vennero solo realizzate nello stesso anno(1946) ma recano addirittura seriale di cassa consecutivo, nonostante ogni esemplare presenti un layout leggermente diverso dall’altro.

Rispetto agli altri due esemplari, il 1579 in questione presenta una peculiarità di estremo interesse per ogni collezionista attento ed istruito, ovvero il colore della grafica del quadrante.
La referenza 1579 conobbe due serie di quadranti, dapprima gli indici venivano realizzati con la tecnica dell’enamel, successivamente risultano applicati nello stesso materiale della cassa.
Di norma il colore della vernice era il nero, tuttavia il 1579 in asta facente parte della prima serie, presenta una grafica enamel blu.

Tale caratteristica, più unica che rara, va a sottolineare ulteriormente il prestigio di questo lotto, che rappresenta un’occasione irripetibile per aggiudicarsi uno dei cronografi Patek Philippe più evocativi di sempre.
La controparte di un top lot non può che essere un top price, infatti la stima di Phillips per il Patek Philippe 1579 in platino è di CHF800,000 – 1,600,000 ( €752,000- 1,500.000 euro ; $824,000-1,650,000)


Rolex Day-Date Ref. 18039B “Tridor” – Lotto 166

In quest’asta come nella vita, la scelta è praticamente impossibile. Sfogliando il catalogo, sento il bisogno di qualcosa che si stacchi notevolmente dalla massa.

Di solito, questo significa ricadere su pezzi considerati “strani”… addirittura “brutti”, direbbe qualcuno.
Io, invece, penso che la loro sfortuna commerciale gli abbia donato un’aura di impareggiabile fascino. Chi mi conosce e legge i miei articoli, ha ben presente di cosa stiamo parlando, qual è il mio gusto.

Conoscevo già il Tridor, uno dei bracciali Rolex più strani ed unici che ci siano. Lanciato negli anni ’80 come vanto per dimostrare la nuova tecnologia Rolex di saldatura molecolare, il Tridor è un president caratterizzato dalla maglia centrale composta da oro giallo, bianco e rosa.

Come se non bastasse, questo modello vanta un’altra delle mie caratteristiche preferite: un quadrante in radica di legno. Ricco di sfumature, profondità, non esistono al mondo due quadranti uguali, vista l’unicità del materiale. Le condizioni generali sono naturalmente impeccabili, come ci aspettiamo da Phillips.

Questo Rolex mi ricorda i raffinati interni di una Jaguar degli anni ’80. Personalmente, lo indosserei sopra il polsino della camicia, sfrecciando verso Cortina in una macchina con telefono incorporato… insomma, il sogno di ogni Yuppie!


IWC ref. 347 “Caravelle” Cloisonné – Lotto 58

Non é affatto un segreto che le due caratteristiche che io assolutamente adoro negli orologi da polso siano le seguenti:  cassa in oro giallo e quadranti smaltati (e anche in pietra dura – tipo il Datejust/Day-Date con quadrante Lapis Lazuli… oh Signore). E, coincidenza, questo pezzo le ha entrambe!

Parlando molto sinceramente, io non me ne intendo di orologeria quanto gli altri membri del Team di IWS. In fatti, penso di essere il membro più “principiante”: non sono in grado di parlare di migliaia di referenze, o delle varianti delle ghiere del Submariner, o del significato delle incisioni sul fondello… non sono per niente un esperto di queste cose. Però le qualità a cui presto la maggior parte della mia attenzione sono il design e la storia (principalmente aneddotica) dietro al pezzo.

Sfogliando il catalogo dei lotti Phillips GWA XI, questo meraviglioso IWC ref. 347 dal 1950 mi ha colpito immediatamente, e subito dopo averlo visto, ho preso la mia decisione: se dovessi fare un’offerta per aggiudicarmi un pezzo in quest’asta, sarebbe questo. Certo, nel catalogo c’è anche un rarissimo Submariner ref. 5513 con quadrante “Explorer” (quasi mai visto), uno Speedy versione iper-limitata “Ultraman”, caspita, pure un Patek Philippe 1518 in oro rosa! Ma, a mio avviso, questi pezzi non sono “unici”, se parliamo di design ed estetica, quanto questo IWC.

Dal mio punto di vista, al giorno d’oggi, il mercato vintage è caratterizzato da due fenomeni che regnano sovrani: i “tool-watches” (come i Daytona ed i Submariner) e le grandi complicazioni (calendari perpetui, ripetizione minuti, etc.). Pare invece che gli orologi con “enamel dials” siano sottovalutati. Essi infatti rappresentano il lascito di una generazione in declino – una generazione di artigiani e artisti ricchi di talento e savoir-faire.

Questo quadrante smaltato e lavorato a “cloisonné” è stato creato interamente a mano dall’inizio alla fine.

Il processo è il seguente: lo smaltatore delinea il disegno con un sottilissimo filo d’oro, e meticolosamente e gradualmente riempie questi bordi con strati di smalto. Fatto questo, lo inserisce in un forno speciale per sottoporlo al trattamento termico. A seconda delle condizioni dell’ambiente nel quale viene preparato il pezzo, e quanto a lungo indurisce, si creano tenue differenze di colore e di finitura tra un esemplare e l’altro. Ciò significa (simile al concetto dell’orologio scelto da Lorenzo S.) che grazie alle azioni degli artigiani, non esistono due quadranti identici. E per me questo dato di fatto è incredibilmente affascinante.

Vi invito ad ammirare i colori vibranti e l’utilizzo esperto delle sfumature!

Ah, e come non bastasse, viene abbinato con uno splendido bracciale rivettato (originale, in condizioni perfette: stiamo parlando di Phillips qui, eh) firmato Gay Freres in oro giallo. Per chi non se ne intende di bracciali per gli orologi:
1) Questo esemplare in particolare è il Pelè del mondo dei bracciali
2) Vi invito a leggere il nostro articolo proprio su questo campo, che potete trovare qui

Questo orologio vi offre la possibilità di avere una vera e propria opera d’arte sul vostro polso, e se non è sufficiente questo, non so che cosa possa esserlo. Non mi sorprenderei se venisse battuto per ben oltre il valore stimato (€18.000 – 37.000).

Patrick Romano
Traduttore e Autore

Patek Philippe Ref. 2494 – Lotto 59

La ref.2494, che di per sé molto rara, con l’aggiunta di un quadrante del genere diventa doppiamente più ambita. Si tratta del primo ritrovamento in assoluto di questa tipologia, potrebbe infatti trattarsi di un pezzo unico, nonostante tipologie simili (ma di dimensioni nettamente ridotte) siano apparse su altre referenze. L’originalità è stata già confermata dagli archivi.

In genere amo trovare orologi come questo. A un occhio giovane e poco allenato potrebbe sembrare un banale Patek da abito con quadrante blu… ma questo è molto di più! La realizzazione dei quadranti smaltati è sempre stata molto ridotta per la maison. Ognuno di essi è fatto a mano e richiede molta attenzione.

Sul retro possiamo vedere tre marchiature differenti: due gufi (in basso) che rappresentano il marchio di importazione sul suolo Francese, una in alto invece del rivenditore Jean Guillermin, tra i più importanti distributori e venditori di Patek Philippe dell’epoca.

Questo lotto ha una stima nettamente più alta se consideriamo altri orologi in smalto, come l’IWC visto sopra.

Ma l’ultimo dato fondamentale sulla tonalità del blu completa il quadro generale della rarità dell’orologio: è il Royal French Blue, il colore ufficiale della monarchia. Si pensa possa essere stato commissionato da un collezionista francese con un buon network di conoscenze, o addirittura legato alla monarchia stessa.

L’importanza di questa referenza sembra giustificare i €74.700-149.000 che potrebbe raggiungere.

Giulio Minetto
Autore


Audemars Piguet “John Shaeffer” Ripetizione Minuti – Lotto 205

Difficilmente inizierei con la cifra stimata per un lotto ma questa è un’eccezione: €14.200-23.700.

Ripezione minuti, cassa il platino, numeri breguet e piccoli secondi. Considerate il solo fatto che il prezzo di un Minute Repeater solitamente è composto da 6 cifre e in questo caso vediamo una stima che ne ha solo 5.

Nonostante il marchio sia conosciuto principalmente per la cassa ottagonale del Royal Oak, i collezionisti sanno bene il mondo che si cela dietro i pezzi vintage di Audemars Piguet. Quella che ammiriamo in questi scatti è una cassa cosiddetta a “cuscinetto”, nata in primis per un’edizione unica creata per l’industriale americano John Shaeffer.

L’epoca di cui parliamo sono gli anni ’20-’30, un periodo in cui il rapporto tra clienti e maison era molto stretto e lasciava libero sfogo ad alcune richieste fantasiose. Una di queste è stata quella del Sig.Shaeffer, che dopo aver notato che il proprio nome era composto da 12 lettere, chiese ad AP di modificare il quadrante del proprio orologio, mettendole tutte in successione al posto delle 12 cifre.

Uscito su Hodinkee nel Giugno 2014

Quello che vedete qui è una riedizione nata negli anni ’90, la cui linea porta il nome dell’industriale stesso, in omaggio alla sua idea. Non ci sono lettere ma numeri breguet, che a mio avviso donano uno stile davvero unico all’orologio.

C’è poco da aggiungere, le foto, la stima, la storia, dicono tutto su questo orologio. Posso solo ripetere ancora una volta che si tratta di un Minute Repeater in una cassa in PLATINO da 34mm.

Buona fortuna su questo lotto! Potreste trovare competizione in sala… non faccio nomi!

Fabrizio B.
Co-Founder


Patek Philippe ref. 2497 – Lotto 192

‘Patek Philippe’ e ‘sottovalutato’ sono parole che difficilmente stanno nella stessa frase. A maggior ragione se il Patek Philippe in questione ha una stima a 6 cifre. Ebbene, non sono certo lo Shah, ma in un certo senso questo lotto potrebbe dimostrare un ottimo… rapporto qualità prezzo.

Il preconcetto che la rarità faccia il prezzo è molto diffuso. Se così fosse, questo orologio dovrebbe costare molto più del celebrato fratello maggiore, ref. 2499. Introdotto solo un anno dopo, il 2497 resterà in produzione per 12 anni. Per gli standard odierni può sembrare molto, ma nel 1951 non lo era. Anzi, i numeri di produzione si attestano su circa 180 esemplari, se si conteggiano anche quelli della sua versione ‘étanche’ (la ref. 2438/1).

Se hai già letto il nostro articolo sulla ref. 2499 (tranquillo, puoi ancora farlo qui) saprai già che quest’ultima è stata prodotta in quasi il doppio degli esemplari.

Quindi, è un po’ come un 2499, solo che non ha il cronografo e costa meno di un quarto del prezzo. Ora capisci che intendo?

Il 2497 è sicuramente uno degli orologi più belli mai prodotti da Patek Philippe. L’elegantissima cassa curva in stile Calatrava, che condivideva con la ref. 2499, fu in produzione da Vichet (1951-1954) e successivamente da Wenger (1955-1963). Le due casse sono distinte da due diversi diametri. La prima, e più rara, presenta un diametro di 36.2 mm, successivamente aumentato a 37.8mm.

La ref.2497 è un’evoluzione tecnica della Ref.1526, di cui mantiene i tratti caratteristici. Spesso viene soprannominata ‘Secondi al Centro’ poiché la sfera dei secondi si sposta dalle ore 6 ad una posizione centrale, insieme a ore e minuti.

Viste le condizioni, questo orologio è probabilmente arrivato ai giorni nostri con una macchina del tempo. Il quadrante è ancora perfetto e senza perdite. La cassa e l’interno del fondello preservano ancora tutti gli hallmarks ben definiti. Ovviamente la qualità ha un prezzo, e sebbene questa referenza sia ancora ‘sottovalutata’ la stima è di €188,000-282,000.

Claudio Freccia
Social Media Manager and Writer


Vacheron Constantin Chronomètre Royal – Lotto 39

Questo orologio ha un mix di caratteristiche che secondo me lo rendono unico, non solo per l’estetica ma anche per le condizioni. La nomina di Chronomètre Royal nasce nel 1907 su alcuni orologi da tasca di Vacheron, chiamati così per la certificazione di cronometro e per l’estrema cura con cui venivano rifiniti questi movimenti.

Come annunciavo poche righe prima, questa ref.6111 è in condizioni eccezionali. La cassa ancora ben affilata, lo sticker sul fondello, il quadrante pulito e praticamente nessun segno di ossidazione dell’oro, nonostante si tratti di un orologio degli anni ’50.

Un tocco di eleganza in più lo dona il bracciale Gay Frères. Per chi non lo conoscesse, è stato il creatore di bracciali più importante dell’ultimo secolo.

Questo lotto viene offerto con una stima di €9.300-14.000.


Rolex Submariner “Explorer” dial – Lotto 32

Chi mi conosce sa quanta passione abbia per i Submariner e tutto il tempo passato a studiarli per filo e per segno. Il 32 è uno di quei lotti che appaiono quasi per caso, ma che portano con sé una storia unica.

Questo 6200 è stato ritrovato nelle strade del Cairo, in un suk, uno dei caratteristici mercatini dell’Oriente. Se si è alle prime armi, le condizioni di questo orologio potrebbero trarre in inganno… come può un orologio così rovinato apparire in asta e avere una valutazione simile? La storia è abbastanza semplice!

Spesso ci sono orologi abbandonati e ritrovati per caso, esattamente come questo Submariner. La rarità in questo caso è il fattore che rende così ambito questo orologio.

Facendo un salto nel passato, il Submariner viene presentato alla fiera di Basilea nel 1954 come primo vero diver del marchio. Il 6200 è la versione più robusta delle ref.6204 e 6205. In italiano soprannominato “Coroncione” (big crown), per la sua grossa corona laterale da 8mm, che permette di raggiungere i 200m di profondità. Quello in foto ha un quadrante estremamente raro, detto Explorer dial per i numeri 3-6-9, famosi per appartenere alla linea Explorer.

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