Lo avete visto pochi giorni fa sulla pagina, ma merita qualche riga più concreta, quindi ecco che vi dico la mia sul Cartier Pasha!
“L’orologio del sultano“
Se questa frase non ti dice nulla dobbiamo rimediare. “L’orologio del sultano” è il titolo dell’articolo dove il nostro Lorenzo vi racconta come, perché e quando nasce il Cartier Pasha, che fu appunto voluto dal Sultano di Marrakech, El Glaoui, come orologio adatto all’acqua e al trono. Nel 1932 Louis Cartier riceve l’ordine dal Sovrano e, 53 anni più tardi, il testimone passa in mano a Gerald Genta. Il Re Mida dell’orologeria moderna lo ridisegna ed eccolo qua, in tutto il suo splendore e tutte le sue declinazioni.
In pillole, questa è la storia. Se non ti piacciono i riassunti e vuoi saperne sempre una in più dei tuoi amici, invece, puoi leggere l’articolo completo qui.
C’è tutto!
Chiudete gli occhi e immaginate: acciaio, quadrante scuro, braccialato, impermeabile, automatico…
Che cifra avete visto? Ci provo: almeno 7.000€, sbaglio?!
Ecco, con il Cartier Pasha non mi è successo questo. Non vi dirò la cifra esatta ma una cosa posso dirvela: con questi soldi, oggi, non prendete nulla di un brand noto che abbia queste caratteristiche.
Cartier non è un brand nato ieri, eppure nessuno sembra averlo ancora capito bene. Fatto salvo del Crash, che sta riscuotendo cifre non male, gran parte della produzione del marchio non gode ancora della considerazione che merita
Al polso: Cartier Pasha C 2324
Nato per essere l’entry level della serie Pasha, il C è il più resistente e versatile. Ah, ricordiamocelo: è il primo Cartier Pasha in acciaio!
Ha un solo grande difetto (che però si può perdonare), l’assenza del Cabochon (il tipico zaffiro nella corona). Come ogni cosa però, anche questa ha un altro risvolto: esteticamente è un po’ meno iconico ma è anche assai meno fragile.
35mm (stanno tornando) di pura eleganza, versatilità e carattere. Una cassa, delle anse e un quadrante che urlano a chi lo guarda: “Cartier“!
[Tu che stai criticando i 35mm, ricordati che anse, lunetta e bracciale lo rendono molto più grosso. Guarda la foto: lo avresti mai detto che è un 35mm?!]
E ci vogliamo dimenticare i 100m di impermeabilità? Non credo proprio…
Lo sto portando da giorni e non mi stanca mai.
Comodo è molto comodo e, anche se il bracciale non è regolabile come quello di Rolex, non posso lamentarmi. Se devo muovere una critica però, posso dire che il “coroncione” dà un po’ fastidio alla guida, ma lo perdono ad ogni semaforo in cui lo guardo.
Sulla versatilità non ne parliamo. Niente da eccepire, potrebbe gareggiare senza grandi ostacoli con un Datejust o un Submariner di Rolex, con un Royal Oak di Audemars Piguet, e di sicuro vincerebbe contro lo Speedmaster ed il Reverso.
Il quadrante nero è quello che ho scelto io, ma lo troviamo in un sacco di altre versioni diverse, tra cui c’è davvero soltanto l’imbarazzo della scelta.
Sarò io innamorato perso ormai, ma trovo che sia la “next big thing“, l’icona mancata (o assopita, dimenticata) che si risveglierà presto. Non fatevi dire ve l’avevo detto.
Cartier Pasha Watches&Wonders 2020
Non vi bastano le parole di Andrea (le mie!) o di George Cramer? Lasciamo parlare la stessa Cartier!
In questo articolo potete leggere come Cartier la pensi proprio come noi, ed abbia risvegliato il gigante dal letargo, proponendo delle meravigliose riedizioni del Pasha, per tutti i clienti che lo vogliono nuovo per scrivere loro la storia dell’orologio.
A me piace molto la storia altrui, e ad aspettare l’arrivo in boutique non sono bravo, quindi ho fatto da me. Voi fate pure la scelta che preferite.
Può piacervi, non piacervi, ma sono due le cose che dovete fare. La prima è conoscerlo, ricordarvi che esiste e imparare a vederlo al polso degli altri. La seconda è guardarlo bene, perchè sta tornando..e più forte di prima!